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"L'insostenibile leggerezza dell'essere", Milan Kundera - Recensione

TRAMA

Chi è pesante non può fare a meno di innamorarsi perdutamente di chi vola lievemente nell'aria, tra il fantastico e il possibile: mentre i leggeri sono respinti dai loro simili e trascinati dalla "compassione" verso i corpi e le anime possedute dalla pesantezza. Così accade nel romanzo: Tomás ama Tereza, Tereza ama Tomás: Franz ama Sabina, Sabina (almeno per qualche mese) ama Franz; quasi come nelle Affinità elettive si forma il perfetto quadrato delle affinità amorose.


RECENSIONE

Tereza non vuole nulla da Karenin. Non vuole nemmeno l’amore. Non si è mai posta quelle domande che torturano le coppie umane: mi ama? ha mai amato qualcuna più di me? mi ama più di quanto lo ami io? Forse tutte queste domande rivolte all’amore, che lo misurano, lo indagano, lo esaminano, lo sottopongono a interrogatorio, riescono anche a distruggerlo sul nascere. Forse non siamo capaci di amare proprio perché desideriamo essere amati, vale a dire vogliamo qualcosa (l’amore) dall’altro invece di avvicinarci a lui senza pretese e volere solo la sua semplice presenza.

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E con queste parole, direttamente dal romanzo, vi introduco il bellissimo regalo letterario che si è rivelato essere “L’insostenibile leggerezza dell’essere”. Penso che queste poche frasi facciano da filo conduttore all’intera storia che riguarda, fondamentalmente, la sofferenza e talvolta l’incapacità dell’essere umano di venire incontro a determinate forti emozioni e situazioni esistenziali che fanno poi parte della storia della vita umana. Tra queste vi è ovviamente l’amore e tutti i pro e i contro che esso porta con sé.

Protagonisti della vicenda sono infatti Tereza e Tomas e Franz e Sabina. Ma non sono affatto soli: il romanzo narra anche le vicende (se così si vuol chiamarle) del loro “essere” e delle loro coscienze che delle volte appaiono così tanto diversi dai corpi che occupano.

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Per l’intera durata del romanzo vediamo quindi l’evolversi, positivamente o negativamente, di due storie d’amore (Tomas e Tereza e Franz e Sabina). Struggenti, magnifiche, passionali ma anche tristemente crude, esse andranno a fare da sfondo alla (ben descritta) situazione socio-politica che si stava venendo a formare tra il periodo della Primavera di Praga e la successiva occupazione dell’Unione Sovietica.

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Profondo e filosofico, il romanzo dà alla pesantezza esistenziale un posto d’onore dal quale poi Milan Kundera, magnifico scrittore e autore del romanzo, inizia a descrivere le situazioni di coppia e l’amore sfuggente e (quasi) velatamente tossico che viene a formarsi tra le due storie d’amore dei nostri quattro personaggi principali.

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Alle volte di difficile lettura e comprensione, poiché tremendamente filosofico, “L’Insostenibile leggerezza dell’essere” rappresenta a mio avviso uno dei migliori romanzi mai scritti da uno dei migliori scrittori, il quale è riuscito a pieno a farmi emozionare, piangere di tristezza e rabbia e al tempo stesso a farmi sentire compresa in determinate situazioni che avevano sempre come responsabile quell’insostenibile leggerezza dell’essere.

Un romanzo che va letto.


- Essere Lib(e)ri


ph: @essereliberi_el

 
 
 

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